L’origine dei bacari a Venezia

Sullo sfondo di una Serenissima Venezia, Cantina Do Spade, è una delle più antiche osterie della zona di Calle delle Spade a S. Matteo di Rialto, uno degli emblemi di una città ricca di storia e di storie che a volte si trasformano in leggende così poetiche da mescolarsi perfettamente con la realtà, com’è successo, ad esempio, con la consuetudine di andar a ombre.

L’origine dei bacari

Benché gli storici non siano tutti concordi con questa versione, si pensa che il termine con cui si indica questo classico calice di vino, prenda in nome dall’abitudine, da parte dei vignaioli, di vendere il vino all’ombra del campanile di San Marco, su bancarelle ambulanti che poi spostavano seguendone l’ombra, per mantenere la bevanda sempre fresca. I venditori si chiamavano Bacari (un termine relativamente recente, che risale alla fine dell’Ottocento dal quale, poi, hanno preso il nome le osterie) che si pensa derivi da un’antica espressione dialettale veneziana, far bàcara, cioè festeggiare nel nome di Bacco.

È così che nacquero questi rappresentativi luoghi d’incontro, che hanno subìto, con il mutare dei tempi, cambiamenti che, inevitabilmente, hanno messo da parte l’antico fascino della semplicità e della genuinità di un luogo in cui s’incontravano nobili e gondolieri per far do ciacole, bere un’ombra, mangiare una canocia, e magari sfidarsi in una partita a carte.

La nostra osteria, però, nonostante il subentrare di nuove mode e tendenze, cerca di mantenere saldo il legame con le sue origini che risalgono alla fine del Quattrocento, quando, cioè, nacque l’insegna delle Do Spade, simbolo della confraternita degli osti, che era solita radunarsi nella chiesa di S. Matteo.